Nel 2005 la Procter & Gamble teorizzò il Primo Momento della Verità (First Moment of Truth – FMOT), cioè quel lasso di tempo (dai 3 ai 7 secondi) in cui il consumatore si trova davanti allo scaffale e decide quale prodotto comprare tra le varie marche disponibili.
Nel 2011 Jim Lecinski di Google ha introdotto un nuovo concetto, quello dello “Zero Moment of Truth”, inteso come il momento in cui il consumatore, una volta ricevuto lo “stimolo” va in internet per cercare informazioni e decide se acquistare o meno un prodotto
L’esperienza di acquisto prima del web, si divideva in 3 fasi:
Stimolo (“stimulus”): una campagna pubblicitaria incontra o fa emergere un bisogno nella mente del consumatore;
First Moment of Truth (“shelf”): il consumatore entra nel punto vendita e sceglie tra i vari prodotti presenti sullo scaffale;
Second Moment of Truth (“experience”): l’esperienza d’uso del prodotto influenza il fatto che il consumatore sia soddisfatto o meno dell’acquisto.
Con lo sviluppo del web
Zero Moment of Truth (“web”) Con lo sviluppo del web e dei siti di social network si inserisce un nuovo momento nel processo decisionale e d’acquisto del consumatore: lo Zero Moment of Truth (ZMOT) o Momento Zero della Verità e consiste nella possibilità di ricercare informazioni sul web prima ancora di entrare nel punto vendita.
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